La compagine governativa si arricchisce di due nuove scienziati
Alessandra Locatelli, nella sua attività di assessore a Como, si è fatta notare per la battaglia contro il centro migranti di via Regina, condotta insieme al sottosegretario all'Interno Nicola Molteni (che ha portato alla chiusura del centro). E per quella contro i "bivacchi" di mendicanti e clochard in città.
La vicesindaco di Como si rese protagonista di una querelle un anno fa legata alla proposta del segretario lombardo del partito Grimoldi: «Chiederemo a tutti gli amministratori della Lega in Lombardia di rimuovere immediatamente dai loro uffici pubblici la foto di Mattarella, che non rappresenta più un garante imparziale dei cittadini». Anche questa una richiesta di assoluto buon senso. Chissà se, ora che è andata a giurare davanti a quello stesso Presidente e a una Costituzione ridotta a carta straccia, ha avuto qualche secondo di imbarazzo. Chissà se in cuor suo l'ha considerata una pagliacciata.
Volete un altro po' di buon senso? Eccolo:
« Grazie al nuovo Governo Como ha ridato dignità ai propri cittadini, al proprio territorio e ha ridimensionato un fenomeno di invasione senza precedenti […] Non mi stupisce, ma il business dell’accoglienza, delle navi da recupero sponsorizzate, che per anni si è svolto nel silenzio totale del governo di sinistra adesso è FINITO! Ci hanno rimesso la pelle molti esseri umani con il risultato di politiche del caos e di penalizzazione del nostro popolo. Queste pagliacciate sono l’ultimo grido di una politica che per anni ha messo in ginocchio il nostro paese e che per anni ha accantonato gli interessi dei cittadini Italiani, adesso #lapacchiaèfinita. Infrangere le leggi, speronare una imbarcazione della GDF e provocare tensioni tra paesi non servirà a riaprire i porti e non servirà a cambiare la politica di Buonsenso e di tutela dei nostri cittadini».
Nel mirino, neanche a dirlo, finirono il centro migranti della città e il sistema dell’accoglienza, ma anche i senzatetto, destinatari di un’apposita ordinanza firmata dal sindaco nel periodo di Natale del 2017 che prevedeva delle multe per chi chiedeva l’elemosina, ma ebbe come conseguenza anche l’allontanamento di volontari che distribuivano colazioni ai clochard da parte di pattuglie della polizia locale.
E in nome della sicurezza a rischio, la Locatelli si era dichiarata anche favorevole all’istituzione di un coprifuoco in città e lo scorso 8 marzo aveva difeso con forza il blitz della polizia locale contro i venditori di mimose per la festa della donna. Questa linea le ha garantito risonanza nazionale, soprattutto tra i vertici della nuova Lega: da lì l’inserimento nelle liste del partito alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, l’ingresso in Parlamento e ora questo ruolo di governo. Un incarico che arriva dopo un anno in cui Alessandra Locatelli ha sostenuto con forza il nuovo diktat leghista: porti chiusi e guerra alle ong sono stati il centro di gran parte delle sue pubblicazioni sui social o interventi televisivi, di chiaro stampo salviniano, fino all’ultima battaglia contro la capitana della Sea Watch, Carola Rackete.
In conclusione, si tratta non di un rimpasto ma di un rafforzamento etico/tecnico della squadra di governo, salutato da Di Maio e (supponiamo) Di Battista con entusiasmo.
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