Quando si lavora sui fatti



proprio non c'è niente fare


non sei sfiorato da uno scenario senza Lega?

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Sergio Benvenuto in "Doppiozero" (4 luglio 2019)



(...) Il film del 2013 di Jim Jarmusch sui vampiri – Only Lovers Left Alive – fu bene accolto dalla critica. Il film recente dello stesso Jarmusch sugli zombi – The Dead don’t Die – è stato invece maltrattato da critici e commentatori. Mi chiedo se questa differenza di valutazione di due film che fanno il verso a due generi cinematografici classici non sia conseguenza in parte delle figure prescelte: i vampiri sono “nobili”, gli zombi invece sono “plebei”, quindi volgari. Per cui chi fa un film di zombi, perde automaticamente la propria aura.


(...)
I vampiri moderni di Only Lovers Left Alive (Solo gli amanti sopravvivono) sono signori decadenti che vivono in una jet set society notturna. Stanno tra due città per ragioni diverse declinanti, Detroit e Tangeri, entrambe circonfuse da un’aureola di gloria calante. Malinconici e arroganti, questi vampiri conoscono tante lingue, coltivano l’arte e la letteratura, uno ha scritto le opere di Marlowe e di Shakespeare, insomma, odorano di aristocrazia decaduta ma altera. Allegorizzano gli intellettuali umanistici – quelli che si accalcano nei dipartimenti di Comparative Literature o Humanities americani. Il film, con le sue tante strizzatine d’occhio sulla storia della cultura e del cinema, si rivolge a un pubblico che si assimila per affinità ai protagonisti: un pubblico che si crogiola nelle ombre del suo tramonto all’epoca dell’ascesa dei populismi irosi. È interessante che questi vampiri-snob chiamino “zombi” i viventi che si accalcano nelle città alla moda. Per loro, i veri morti sono i vivi…

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